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L’ora di religione è sotto processo. Non è una novità. Da anni si susseguono dibattiti pro e contro l’ordinamento concordatario vigente. Dibattiti spesso inconcludenti, a volte controproducenti, perché le barricate finiscono per cristallizzare le posizioni e trascinare nel discredito, se non nel ridicolo, un problema serio che si gioca sulla pelle di milioni di ragazzi. Solo una cifra: dalla scuola italiana escono ogni anno un milione di alunni pressoché analfabeti dal punto di vista religioso; vent’anni fa erano mezzo milione.E questo perché l’unica offerta di cultura religiosa – limitata alla sola religione cattolica - funziona tuttora, come si sa, sull’improvvido principio del “prendere o lasciare”.
Qualche settimana fa si è tenuto un incontro, a margine del nostro percorso di formazione, per discutere dell’uso del libro di testo nell’IRC. Alcune colleghe della Secondaria di secondo grado hanno spiegato come e quanto usano il manuale che, per buona parte di noi, resta uno strumento didattico indispensabile. Il libro infatti costituisce un punto di riferimento importante per evitare che un percorso già molto frammentato, a causa delle poche ore a disposizione, diventi in qualche modo “illeggibile” perché non se ne coglie la continuità.
I testi e le diapositive dell’incontro del 27 aprile scorso sono disponibili sul sito nella sezione “Formazione”. Per questo mi sembra utile non fare dei riassunti, ma sottolineare alcune realtà-parole-tematiche emerse nel pomeriggio del 27 aprile, all’ascolto del pastore Pawel Gajewski e del presbitero Enrico Rizzi.
Una sottolineatura: un pastore parla della riforma operata dalla chiesa cattolica con il Concilio di Trento e non solo, e un presbitero descrive la persona e l’insegnamento di Lutero, tutto in modo oggettivo/positivo, senza polemiche né asprezze, ma con parole fraterne! Una gioia!
Essere un buon cittadino/cittadina può esprimere ciò che ci rende veramente umani….Parole di Josè Luis Moral
Molto interessante il tema affrontato in occasione del Convegno IRC di Roma: “Religione e Cittadinanza attiva”!!!!! Una sfida attuale per l’Irc sta proprio nel contribuire ad esprimere e valorizzare l’umano positivo attorno alla questione della cittadinanza, un’urgenza dettata dall’attualità ma anche un valore che catalizza l’attenzione della società civile e che chiama in causa le religioni.
Propongo una veloce sintesi della relazione di Flavio Pajer - nella foto - al Convegno di Aggiornamento organizzato recentemente dalla Pontificia Università Salesiana. Il testo integrale si può trovare nel sito della rivista Pedagogia Religiosa
Il binomio “Cittadinanza e Istruzione Religiosa” ricorre sempre più spesso nei testi legislativi che riguardano la scuola nei vari Stati europei. E’ in atto una ricerca di sinergia tra due insegnamenti perché non è pensabile formare alla cittadinanza prescindendo della diverse identità religiose. Fino a qualche decennio fa il pluralismo religioso in Europa era intra-cristiano e gli insegnamenti delle varie confessioni religiose nella scuola servivano a rafforzare il senso di appartenenza alle rispettive comunità e quindi la cittadinanza consapevole. Ciò ha funzionato nei paesi cattolici, protestanti e ortodossi fatta eccezione per la Francia che ha scelto all’inizio del secolo scorso una separazione netta tra Stato e confessioni religiose.
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