I testi e le diapositive dell’incontro del 27 aprile scorso sono disponibili sul sito nella sezione “Formazione”. Per questo mi sembra utile non fare dei riassunti, ma sottolineare alcune realtà-parole-tematiche emerse nel pomeriggio del 27 aprile, all’ascolto del pastore Pawel Gajewski e del presbitero Enrico Rizzi.

Una sottolineatura: un pastore parla della riforma operata dalla chiesa cattolica con il Concilio di Trento e non solo, e un presbitero descrive la persona e l’insegnamento di Lutero, tutto in modo oggettivo/positivo, senza polemiche né asprezze, ma con parole fraterne! Una gioia!

 

Un paradosso: la “parabola” della bambina sporca di fango, metafora della chiesa. Impossibile metterla a letto così com’è, ma impensabile anche eliminarla e generarne una nuova! Il desiderio di ogni riformatore nella storia è quello di lavarla, ripulirla, cambiarle i vestiti … sapendo che lei è il bene prezioso.

Un percorso di approfondimento: il rapporto tra misericordia (Francesco) e grazia (Lutero), viste come cornici di un quadro che dà forma al vivere da cristiani. Misericordia/Grazia: è la riscoperta della salvezza come dono di un cuore aperto, grande, che sospinge a far traboccare nel mondo lo stesso amore gratuito. Aprendoci all’ascolto della Buona Notizia, è svelato il male che è in noi, risanato e ricolmato oltre misura nell’amore di Cristo Crocifisso-Risorto.

Un passaggio: l’urgenza di imparare gli uni dagli altri, una chiesa dall’altra, a dare forma rinnovata al nostro vivere cristiano, mettendo in atto la metodologia della narrazione. Raccontare vissuti, esperienze di senso o di non-senso, è coinvolgere, (com)muovere, aprire strade, oltre la logica delle definizioni concettuali precise e chiuse.

Una certezza: il percorso ecumenico degli ultimi decenni sta portando frutti di ascolto, condivisione, riscoperta e scambio reciproco di ricchezze tra le comunità cristiane. Uno solo è il Battesimo! Ci sono anche segni concreti, come nel caso dei documenti congiunti luterano-cattolici, o dei gesti profetici durante i viaggi del Vescovo di Roma.

Una provocazione: nascono e si moltiplicano nuove comunità “carismatiche” fuori dall’ambito delle chiese più ufficiali. Fondamentalismo biblico, relazioni interpersonali forti, glossolalia, guarigioni, vita fraterna, mancanza di “denominazione”, e soprattutto la pratica di battezzare di nuovo i fedeli. Proprio mentre il cammino si fa davvero ecumenico, sorgono nuove comunità e movimenti antiecumenici, e ci interrogano!

Ancora: colpisce, nelle parole e nel tono dei relatori, la capacità di cogliere la presenza dello Spirito all’opera in tutte le realtà di fede, anche in quelle più marginali e confuse.