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“L’interesse diffuso per la spiritualità buddhista non è sempre accompagnato da un’adeguata conoscenza della dottrina originaria e delle trasformazioni che ha subito in diversi contesti culturali. Le lezioni di tre noti esperti di filosofie orientali daranno l’occasione di approfondire il sorgere della dottrina in India, le sue manifestazioni in Cina e lo Zen giapponese. Un’attenzione particolare sarà rivolta alle connessioni con il cristianesimo e la filosofia occidentale rimasta nel complesso piuttosto estranea alle tradizioni orientali”.
Martedì 19 settembre, Sua Santità Tenzin Gyatzo, XIV Dalai Lama, è stato ospite del terzo Festival delle Religioni a Firenze. Diversi incontri hanno visto il leader buddhista come relatore ma una conferenza in particolare merita, a mio parere, un’attenzione: si tratta del confronto di dialogo interreligioso, intitolato “La libertà nella regola”. Al confronto con il Dalai Lama hanno partecipato Enzo Bianchi, fondatore della Comunità monastica Ecumenica di Bose, Izzedin Elzir, Imam di Firenze e presidente dell’Unione delle Comunità islamiche in Italia e Joseph Weiler, giurista e portavoce della visione ebraica.
Interessante, ricca, documentata, puntuale, stimolante la relazione di Brunetto Salvarani (nella foto) alla giornata di formazione degli IdR (Insegnanti di religione) svoltasi il 7 settembre scorso. La gioia di ritrovarsi come collegio IdR è sempre grande e nasce dal riconoscersi confessanti il Kurios e quindi con-vocati a quella passione educativa dell’incontro nel volto con l’altra/o riflesso ed immagine di quell’Altro che tutti e tutte ha generato. La conferenza di si è sviluppata su tre punti con una breve introduzione.
La giornata dedicata alla formazione degli Idr del 7 settembre scorso è stata molto ricca di contenuti (a breve un resoconto completo) che alimenteranno un interessante confronto, che dovrà trovare di sicuro ulteriori spazi sia a livello personale che comunitario, e non necessariamente solo tra Idr. In questo senso desidero sottolineare brevemente alcuni passaggi, a mio giudizio particolarmente significativi, sui quali continuare a “esercitare pensiero”.
La lettera che i vescovi italiani hanno inviato a noi IdR all’inizio del nuovo anno scolastico e che l’Ufficio Scuola ci ha tempestivamente inviato, merita qualche sottolineatura. Innanzitutto dobbiamo essere riconoscenti ai nostri pastori per la fiducia che ripongono in noi, l’attenzione che dedicano alla nostra professione e agli sforzi che compiono perché venga sempre più valorizzata. Nel testo essi ribadiscono la validità del modello attuale ma esprimono anche la necessità di uno “sguardo aggiornato” che non trascura un dato che viene spesso sottovalutato.
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