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Quest’anno la celebrazione della Giornata della Memoria cade in un momento molto delicato a causa della guerra (l’ennesima) in atto tra lo Stato di Israele e i palestinesi di Hamas iniziata il 7 ottobre con l’attacco terroristico ad alcuni villaggi israeliani e la successiva reazione dell’esercito di Israele. Le condanne della violenta iniziativa di Hamas non si sono fatte attendere ma ora, l’enormità della reazione israeliana ha suscitato una diffusa riprovazione. Gruppi organizzati, singoli cittadini, Stati,
Mi faccio alcune domande. Si può avere paura di due persone che dichiarano di amarsi e che per questo si sono scambiate una promessa di reciproco rispetto, aiuto, condivisione? Si può pensare che queste persone, a causa di tale legame, siano nel peccato, cioè ostili all’amore di Dio? Queste domande nascono dalla lettura delle tante reazioni preoccupate di fronte alla Dichiarazione Fiducia Supplicans (pubblicata qualche settimana fa dal Dicastero per la Dottrina della Fede) sulla possibilità che un presbitero benedica le coppie “irregolari”.
Il 2024 inizia senza che finiscano le tante guerre che insanguinano il mondo. Ci stiamo abituando ma non possiamo permettercelo. Il male gioca proprio sul fatto che ci si abitua, non lo si riconosce più, non ci si scandalizza più. Allora dobbiamo continuare a scandalizzarci di fronte a tutte le guerre e a pretendere che i nostri governanti si diano da fare per costruire pace e giustizia. Ci deve essere un modo per porre fine alla carneficina e trovare soluzioni ragionevoli. Ma abbiamo bisogno di persone capaci di profezia.
Questo post è un po’ anomalo perché contiene la relazione che il nostro collega Filippo Binini ha svolto a un Convegno sull’IRC a Senigallia spiegando perché ha ancora senso scegliere di avvalersi della nostra disciplina. Quindi è un post più lungo del solito. Ma vale la pena leggere!
"Mi sembra molto importante tenere insieme i due poli di questa conferenza: l’ora di religione e il mondo che, intorno a noi, sta cambiando. Possiamo effettivamente parlare in modo consapevole dell’IRC solo collocandola dentro un contesto di profondo cambiamento.
In Italia c’è stata una stagione d’oro delle fiction storico religiose ed è stata più o meno nei primi quindici anni del nuovo millennio. La TV di Stato e quelle private hanno presentato le storie di S. Pietro, Santa Barbara, Chiara e Francesco, S. Agostino, Giovanni XXIII e molte altre. Il convegno tenutosi a Napoli il 17 e 18 novembre scorso (organizzato dall’Istituto di Storia del Cristianesimo Cataldo Naro e dal Coordinamento delle Teologhe Italiane, al quale si poteva partecipare anche online)
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