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Una gigantesca “questione maschile”. Questo è ciò che emerge dal summit sui ministri ordinati pedofili che si è chiuso domenica scorsa in Vaticano. Francesco lo ha detto: gli abusi sui minori, così come le violenze sulle religiose, da parte di membri del clero sono riconducibili a una questione di potere. Parliamo del potere del dominio, quello che gli uomini di chiesa si sono costruiti e hanno difeso ignorando totalmente lo spirito e la lettera del vangelo. Il potere di chi si sente intoccabile perché la propria autorità viene fatta risalire a Dio stesso e quindi è indiscutibile. Il potere sulle donne, il potere sui fedeli laici, il potere sui bambini e le bambine. Addirittura il potere sulla Verità.
Ormai da tempo la giovanissima svedese Greta Thumberg, con il suo viso dolce ma indurito dalla preoccupazione, richiama i potenti della terra alle loro responsabilità riguardo ai cambiamenti climatici. Ma dalla maggior parte dei potenti della terra resta inascoltata. Tuttavia dal suo appello sta nascendo una mobilitazione spontanea di giovani che prende il nome di “Fridays for Future”, i Venerdì per il Futuro.
La politica gode da tempo di pessima reputazione. E’ un fatto gravissimo a cui chi educa per mestiere come noi IdR dovrebbe opporsi con tutte le forze. La politica è un’altissima forma di carità, è uno dei modi più impegnativi e potenti per servire la comunità ed in particolare le persone che in essa si trovano in condizioni di debolezza e povertà. Perché allora sentiamo così spesso parlare male della politica e delle persone che vi sono impegnate “in prima linea”? Certamente c’è una responsabilità di alcune di queste quando hanno messo in atto comportamenti disonesti o esclusivamente volti a conquistare un potere personale fine a se stesso. Ma non è tutto qui.
In questi giorni stiamo assistendo a scelte compiute dal nostro Governo che nella Chiesa Cattolica suscitano molte reazioni critiche. Mi riferisco al famoso “Decreto sicurezza” e alle conseguenze che sta avendo sia sulle persone giunte in Italia sui barconi della morte, sia sulle persone che operano negli Enti e nelle strutture di accoglienza e che da un giorno all’altro rischiano di trovarsi senza lavoro e senza reddito.
Molte volte abbiamo sentito parlare di “sincretismo” religioso come di un fenomeno negativo, incompatibile con l’appartenenza chiara a una comunità e con contenuti di fede “oggettivi”, un modo di credere che mescola le religioni in base a esigenze soggettive.Recenti studi teologici però propongono di superare questi giudizi e valutano con interesse comportamenti religiosi che non chiamano più “sincretismi” ma “ibridazioni”. Ne parla un intrigante articolo di Lorenzo Fazzini su Avvenire di giovedì 27 dicembre riportando alcune esperienze che fanno pensare.
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