Ormai da tempo la giovanissima svedese Greta Thumberg, con il suo viso dolce ma indurito dalla preoccupazione, richiama i potenti della terra alle loro responsabilità riguardo ai cambiamenti climatici. Ma dalla maggior parte dei potenti della terra resta inascoltata. Tuttavia dal suo appello sta nascendo una mobilitazione spontanea di giovani che prende il nome di “Fridays for Future”, i Venerdì per il Futuro.
La richiesta è di fare qualcosa di serio per ridurre drasticamente i gas serra e fermare il riscaldamento climatico perché, afferma Greta, “La civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a una piccola cerchia di persone di continuare a fare profitti. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. Molti soffrono per garantire a pochi di vivere nel lusso”.
In alcune città studentesse e studenti delle superiori hanno incrociato le braccia e non sono andati a scuola ponendo una domanda provocatoria: “Se i politici non ascoltano gli scienziati perché mai dovremmo studiare?”. Anche a Parma è arrivato il movimento e per ora il ritrovo è ogni venerdì alle 18 in Piazza Garibaldi.
Possiamo segnalarlo nelle nostre classi ricordando anche che “Secondo le più recenti stime delle Nazioni Unite nell’ultimo decennio in Africa gli eventi atmosferici estremi hanno colpito in media 16 milioni di persone all’anno e l’aumento delle temperature ha danneggiato in modo devastante i raccolti nella aree più povere affamando milioni di persone e inducendole a migrazioni disperate” (Massimo Calvi, I giovani ci scuotono, Avvenire 16.02.2019).
Purtroppo, come afferma Francesco nella Laudato Sì al n.26 “Molti di coloro che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici. Ma molti sintomi indicano che questi effetti potranno essere sempre peggiori se continuiamo con gli attuali modelli di produzione e di consumo”.
Francesco è un leader mondiale, Greta è solo una ragazzina con grinta. In mezzo ci stiamo tutti noi e forse qualcosa posiamo fare.