Una gigantesca “questione maschile”. Questo è ciò che emerge dal summit sui ministri ordinati pedofili che si è chiuso domenica scorsa in Vaticano. Francesco lo ha detto: gli abusi sui minori, così come le violenze sulle religiose, da parte di membri del clero sono riconducibili a una questione di potere. Parliamo del potere del dominio, quello che gli uomini di chiesa si sono costruiti e hanno difeso ignorando totalmente lo spirito e la lettera del vangelo. Il potere di chi si sente intoccabile perché la propria autorità viene fatta risalire a Dio stesso e quindi è indiscutibile. Il potere sulle donne, il potere sui fedeli laici, il potere sui bambini e le bambine. Addirittura il potere sulla Verità.
Verrà prima o poi il tempo in cui gli uomini di chiesa si renderanno conto di dovere spezzare la catena che lega il modo di pensarsi maschi con il potere del dominio e con l’aura di divinità che lo ricopre?
Il summit in Vaticano è una buona notizia, ma quanta lentezza! Se vogliamo davvero prevenire le mostruosità di cui i vescovi si trovano costretti a discutere, credo sia necessario andare in una triplice direzione:
- aprire una riflessione su quello che nei fatti è stato considerato per secoli il “genio maschile”. L’ambiguo concetto di “genio femminile” è stato più volte analizzato, sostenuto o criticato. Il concetto di “genio maschile” invece è sempre rimasto implicito e quindi più difficile da criticare. Eppure va esplicitato e criticato perché se nella chiesa non si mette in discussione un certo modo di pensare il maschile, si faranno pochi passi avanti anche in tema di pedofilia
- riconoscere finalmente che l’esclusione delle donne dall’esercizio dell’autorità nella chiesa è una malattia da curare. Pensare che tale esclusione possa corrispondere a un “disegno divino” non è più tollerabile
- riconoscere che il modo in cui è stata esercitata l’autorità nella chiesa è un’altra malattia da curare. Il problema infatti non è solo condividere l’autorità tra donne e uomini nella chiesa ma anche e soprattutto mutare radicalmente il modo in cui la si esercita.
Ricominciamo a sottometterci tutti quanti all’autorità di Cristo e alla sua Parola. Nessuno (tanto meno un ristretto gruppo di soli uomini celibi!) abbia la pretesa di chiudere in dottrine e formule umane la Parola di Dio. Tutti riconosciamo che l’unica norma indiscutibile è la carità!
Il coraggio con il quale Francesco ha scoperchiato il dramma della pedofilia e degli abusi del clero sulle religiose chiama altro coraggio, invita a una riforma della Chiesa in cui l'unico potere sia quello dell’amore e l'unica autorità quella del servizio.