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“Alla ricerca del Dio vivente” edito da Fazi è il titolo dell’ultimo libro della teologa cattolica statunitense Elizabeth Johnson. Da qualche anno seguo il suo lavoro che ha prodotto testi per me fondamentali come “Colei che è – il mistero di Dio nel discorso teologico femminista” o “Vera nostra sorella – una teologia di Maria nella comunione dei santi” editi da Queriniana.
Su Avvenire del 3 febbraio sono stati pubblicati i dati nazionali relativi agli avvalentesi all'IRC riferiti all'a.s. 2014-2015, il Messaggio CEI per l'iscrizione al prossimo a.s. 2016-2017 e un'intervista al responsabile del Servizio nazionale per l'IRC, don Daniele Saottini.
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Sulle riviste L’Ora di religione e Insegnare Religione del dicembre scorso, Sergio Cicatelli presenta un’analisi della L.107/2015 prestando particolare attenzione alla considerazione che essa riserva all’IRC e agli/alle IdR. La conclusione è amara: la Buonascuola ci ignora completamente, si comporta come se noi IdR e la disciplina che insegniamo non esistessimo. Vediamo perché e soprattutto quali sono le conseguenze di questa “dimenticanza”.
L’articolo del card. Ravasi è un’utile sintesi del testo di Aristide Fumagalli – La questione gender, una fida antropologica - di cui a un precedente post.
Chi non ricorda le due caselle con M e F dei vecchi documenti pubblici del passato? Il governo australiano ora di caselle ne propone ben 23 e Facebook Usa invita a scegliere il proprio “genere” tra 56 opzioni differenti! Altro che il codificato Lgbt già allargato al Lgbtq, con l’apparizione anche del queer dal genere variabile e indefinibile. La questione del gender, come si usa ormai classificarlo, è divenuta una sorta di vessillo impugnato da fronti opposti, un vessillo piuttosto sbrindellato, dai colori “arcobaleno” (con tutte le semantiche metaforiche che si assegnano a questo delizioso fenomeno di rifrazione solare).
Ci si può domandare, in una prospettiva di laicità "positiva", cioè non escludente la religione alla maniera francese, quale possa essere il contributo della religione (e per riflesso dell'irc) alla convivenza civile di un Paese.La mente corre subito all'accoglienza degli immigrati, al welfare che la chiesa offre a suo modo ai poveri, spesso in supplenza dello Stato, al dialogo interreligioso. Ma, da un punto di vista più fondante, forse dovremmo riflettere sul contributo che il cristianesimo ha dato alla legittimazione dello stesso ordine civile.
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