Sono molto interessanti i “dubia” che cinque cardinali hanno rivolto a Francesco lo scorso luglio e le risposte che il vescovo di Roma ha dato e che sono state pubblicate in questi giorni. Le domande sono cinque ma mi soffermerò solo su due di esse perché sono le questioni che spesso emergono anche nelle nostre classi. I cardinali chiedono se si possa accettare la prassi delle benedizioni delle coppie dello stesso sesso senza contravvenire alla Divina Rivelazione. Francesco ribadisce che il legame amoroso tra
due persone dello stesso sesso non può essere chiamato matrimonio e che quindi è bene evitare riti che creino confusione. Aggiunge che “la prudenza pastorale deve discernere adeguatamente se ci sono forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettono un concetto errato di matrimonio. Perché, quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio”.
I cardinali chiedono anche chiarimenti sulle nuove teorie teologiche secondo le quali sarebbe possibile conferire il sacramento dell’Ordine alle donne contraddicendo un divieto che Giovanni Paolo II aveva posto come definitivo scrivendo l’Ordinatio Sacerdotalis. In sostanza Francesco risponde che l’operazione mentale da fare è innanzitutto quella di superare l’idea di una superiorità del ministero sacerdotale che implicherebbe di fatto una superiorità degli uomini sulle donne. Questo non è accettabile. D’altra parte, è stato lo stesso Giovanni Paolo II ad affermare che quando parliamo di potestà sacerdotale “siamo nell’ambito della funzione, non della dignità e della santità” (Christifideles laici n.51). E, aggiunge Francesco, non è stato ancora chiarito come si debba considerare una “dichiarazione definitiva” di un papa.
Le risposte di Francesco sono interessanti perché, più che chiudere in un senso o in un altro il discorso, cercano di offrire criteri per proseguire nella riflessione. Del resto, un Magistero che definisce recinti e divieti non interessa più nessuno. La sua voce può essere ascoltata se aiuta a percorrere le strade dell’amore e della libertà, perché è lì che si trova la verità che ci ha annunciato Gesù.