Cosa cerca ognuno di noi nella vita? Sicurezza e un po’ di piacere. E attorno a noi costruiamo un mondo in cui ogni elemento concorre al raggiungimento di questi scopi. Il problema è decidere se l’esperienza umana è tutta qui o “c’è dell’altro”. Secondo il prof. Petrosino che ha introdotto l’incontro di formazione IdR della secondaria di primo e secondo grado, svoltosi il 3 settembre scorso, l’educazione serve fondamentalmente a scoprire che “c’è dell’altro”. Noi siamo umani esattamente perché facciamo esperienza di un’eccedenza,
di qualcosa che sta al di là del nostro mondo che con tanta fatica cerchiamo di tenere pulito e in ordine (“mondo” appunto). C’è qualcosa di molto scomodo, per nulla consolatorio che ci fa scoprire il dramma della vita umana. Gli altri irrompono nel nostro mondo e ci destabilizzano, Dio continua a chiamarci e noi, come Mosè, come il popolo di Israele nel deserto, come i profeti... tentiamo di respingerlo: impossibile accettare l’insicurezza e la fatica di guardare oltre il mondo nel quale vogliamo restare chiusi e protetti. Perfino Gesù cerca di difendersi dall’irruzione di Dio: “Padre, se è possibile passi da me questo calice...” . Ma in realtà Gesù accetta lo scandalo della Croce e ci testimonia che è possibile vivere accettando “l’oltre”. Non è solo la cultura religiosa che apre a questo “oltre” ma ogni sapere: la matematica, l’arte, la fisica, la filosofia, la chimica... Ogni sapere ha la forza di sconvolgerci perchè ci conduce drammaticamente sull’abisso di ciò che non conosciamo, non prevediamo e non controlliamo. Eppure sta qui la nostra umanità. E sta qui anche perché è solo vivere in questa dimensione che rende possibile l’amore, il perdono, la libertà.
In un mondo che cerca sicurezza nella scienza e piacere nel consumare è difficile interpretare il nostro ruolo educativo in questo modo, Ma forse è difficile anche perchè noi educatrici ed educatori, anche noi alla disperata ricerca di sicurezze, presentiamo Dio, come fosse una sicurezza e un piacere, come se potesse diventare uno degli elementi del nostro mondo pulito e ordinato. Invece Dio è un fattore destabilizzante.
In questo tempo di pandemia, in cui tutti cerchiamo sicurezze e le pretendiamo dalla scienza e dalla politica, una riflessione del genere costringe a pensare.
Silvano Petrosino è filosofo e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Per chi volesse approfondire segnalo di nuovo il suo libro Lo scandalo dell’imprevedibile. Pensare l’epidemia ed. Interlinea