Il 20 gennaio scorso, dopo alcune lezioni sul Buddhismo, ho accompagnato alcune classi di terza liceo a visitare l’Istituto Lama Tzong Kapa di Pomaia (Pisa). Si tratta di un centro nato per salvaguardare la tradizione buddhista Mahayana del Tibet che da decenni la Cina cerca di soffocare. È stata una bella giornata fatta di conoscenza di simboli religiosi, incontro con la monaca Carla, assaggi di meditazione con la counselor Federica e anche di assaggi... di cibi inconsueti alla mensa dell’Istituto.

 

Credo sia sempre importante, se si parla di una religione o confessione diversa dalla cattolica promuovere l’incontro diretto con chi quella religione la professa. Uno sguardo dall’interno è sempre molto istruttivo e contribuisce anche a far cadere pregiudizi negativi così come ingenue mitizzazioni.  

Le mie studentesse sono apparse molto interessate anche se hanno giudicato le risposte della monaca alle loro domande un po’ troppo lunghe e vaste mentre hanno apprezzato senza indugio i brevi momenti di meditazione. In realtà le risposte della monaca mi sono parse davvero interessanti per chiarezza e profondità ma capisco che alle tre del pomeriggio, dopo una levataccia, un lungo viaggio (tre ore abbondanti) e le altre attività della mattinata, ragazze sedicenni avessero esaurito le energie intellettuali...L’entusiasmo con cui sono state vissute le esperienze, pur brevissime, di meditazione, mi ha colpito. Ho pensato che nonostante tutto i giovani sentono il bisogno di silenzio e il desiderio di conoscere meglio i dinamismi della “mente”. In fondo il Buddhismo è una via per la conoscenza e il benessere della mente, dove per mente non si intende semplicemente il cervello ma la propria natura interiore.

Ciò che ancora una volta mi ha interrogato, visitando luoghi del Buddhismo, è ciò che io considero un contrasto difficile da comporre: da una parte una riflessione molto profonda di tipo filosofico, etico e psicologico, dall’altra un insieme di riti, culti, oggetti e simboli che per certi aspetti rasentano la superstizione. Si legge per esempio accanto alla ruota di preghiera (da far girare tassativamente in senso orario): “Toccare la ruota di preghiera arreca una grande purificazione del karma negativo e dalle oscurazioni mentali. Far girare una ruota di preghiera che contiene 100 milioni di mantra, fa accumulare lo stesso merito che averli recitati. Far girare la ruota di preghiera una sola volta equivale ad avere fatto molti anni di ritiro. Una ruota della preghiera rende un luogo veramente santo e prezioso come una terra Pura”.

L’Istituto Lama Tzong Kapa riconosce come supremo maestro il Dalai Lama che lo ha visitato più volte e anche a Parma vi è un gruppo di persone che fanno riferimento al Centro di Pomaia.