“Aquile randagie” è il titolo del film appena uscito (regia di Gianni Aureli) che racconta la storia vera del gruppo di scout di Milano che negli anni Trenta e primi anni Quaranta sfida la dittatura fascista. Come noto, l’Associazione Scout Cattolici Italiani (ASCI) era stata completamente soppressa nel 1928 dal governo fascista e fu ricostituita solo nel dopoguerra. Ma un gruppo di scout milanesi (non furono gli unici per la verità) decisero di continuare clandestinamente l’attività educativa facendo la propria parte per opporsi al fascismo e per salvare migliaia di persone (ebrei, disertori, antifascisti...) dalla deportazione e dalla morte.
Attraverso questi coraggiosi giovani (tutti maschi, visto che l’Associazione Guide Italiane – AGI - nacque solo nel 1943) la Chiesa Cattolica mostrò il suo volto evangelico mentre altri membri della stessa chiesa si mostravano più attenti a salvaguardare qualche privilegio per l’istituzione ecclesiastica piuttosto che schierarsi dalla parte dei perseguitati.
La promessa che ancora oggi ragazze e ragazzi dell’AGESCI (negli Anni Settanta furono unite l’associazione maschile e quella femminile) pronunciano è quanto di più semplice e nello stesso tempo dirompente possa esistere: “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la legge scout”.
Le Aquile randagie vissero questa promessa mettendo a rischio la propria vita perché non poterono fare a meno di “aiutare gli altri in ogni circostanza” e perché vollero compiere il loro dovere “verso Dio e verso il loro Paese”. Il loro Paese in quegli anni era affidato a governanti che disprezzavano la dignità e la libertà della persona, esaltavano il mito della forza e adottavano il metodo della violenza. Cercare il bene del Paese compiendo il proprio dovere nei confronti di Dio voleva dire opporsi a quei governanti e a quella ideologia, voleva dire disobbedire alle leggi per obbedire alla coscienza. Nella legge scout c’è infatti scritto tra l’altro che la guida e lo scout “sanno obbedire”. Ma non a chiunque e a tutti i costi. Sanno obbedire a Dio e alla coscienza e questo, a volte, rende ribelli nei confronti della legge dello Stato. Che questa ribellione fosse dettata solo dall’amore per Dio e per gli esseri umani lo dimostra anche il fatto che alla fine della guerra le Aquile Randagie si adoperarono, ancora a rischio della vita, per salvare e consegnare alla giustizia tanti responsabili delle violenze fasciste e naziste che, senza questo aiuto, sarebbero morti ammazzati da chi voleva vendicarsi dei torti subiti trasformandosi da vittima in carnefice.
Un film commovente, una storia che va dritto al cuore. Un incoraggiamento a impegnarsi per la giustizia rivolto ai giovani e alle ragazze di oggi e anche a noi che siamo “diversamente giovani”...