Credo che a molti di noi, la settimana dopo il 4 marzo, gli studenti abbiano chiesto di parlare dei risultati elettorali. Le elezioni erano generalmente molto sentite e questo è un dato positivo. L’interesse dei giovani probabilmente è stato determinato anche dalla presenza sulla scena politica del Movimento 5 Stelle che si presenta a loro con modalità e linguaggio nuovi e sicuramente accattivanti.
Al di là delle improvvisate conversazioni post elettorali credo che l’interesse dei giovani sia da raccogliere in modo duraturo. Come prima cosa sarebbe importante aiutare i giovani a conoscere i soggetti politici che agiscono nel nostro Paese per decodificarne i linguaggi, comprenderne la base culturale, i metodi di democrazia o non democrazia interna. Sul M5S, per esempio, a me è parsa molto utile l’analisi “dal di dentro” comparsa recentemente su Avvenire. Altro compito che la scuola dovrebbe assumersi è quello di aiutare i giovani a comprendere il ruolo determinante che hanno i media (vecchi e nuovi: carte stampata, TV, Social...) nel formare l’opinione pubblica. Dal mio punto di vista spesso la rappresentazione della realtà che essi danno è decisamente fuorviante (e non solo se diffondono fake news) in quanto facilmente caratterizzata da superficialità estrema, enfatizzazione delle divisioni, cedimenti al pettegolezzo, faziosità. Aiutare a districarsi nel mondo dell’informazione è un compito che la scuola non può delegare ad altri. Tra l’altro, un certo tipo di informazione tende a provocare un sentimento di generale diffidenza, quando non disprezzo, per la politica. Sentimento molto pericoloso per la tenuta della democrazia. Ma la politica, ha ripetuto anche recentemente il vescovo di Roma, è un’altissima forma di carità quindi la scuola, e noi idR in particolare, dobbiamo aiutare i giovani ad amare la politica e a sapere rispettare le tante persone che vi si dedicano con spirito di servizio al bene comune. Insomma noi adulti abbiamo il dovere di educare i giovani alla fiducia. Perchè sappiamo che c’è il male ma anche il bene. E il bene, in politica come negli altri ambiti, va visto e valorizzato. Nessuna società e nessuna persona può vivere senza fiducia