Angelo Scita è un amico che da tanti anni studia la Bibbia per passione. E, sempre da anni, guida un gruppo di appassionati della Bibbia che desiderano conoscerla, interpretarla, amarla. È convinto, ma non è il solo, che non vi sia una sola ragione per cui nella scuola italiana si studino i classici greci e latini ma non i testi biblici. E ha ragione! Noi insegnanti di religione facciamo del nostro meglio e uno dei nostri obbiettivi centrali è proprio favorire l’approccio diretto con la Bibbia. Ma si dovrebbe fare
molto di più, indipendentemente dall’insegnamento della religione. L’ultima fatica di Scita è un commento critico al vangelo secondo Matteo. Come scrive lo stesso autore nell’introduzione: “il libro è costituito dall’unificazione di tredici dispense usate per il corso biblico sul vangelo in esame (…) Il linguaggio usato è quello usuale del parlato (…) a tratti colloquiale e saltuariamente condito con espressioni gergali. C’è anche qualche riferimento personale. Si poteva evitare dato che in fondo il libro è l’analisi critica di un testo e non un racconto, ma ho scelto di mantenerlo, proprio perché non si perdesse il senso e il clima dell’ambiente in cui è nato”.
Nonostante il linguaggio “parlato” l’analisi è molto dettagliata e l’autore smonta il testo matteano pezzo per pezzo dimostrando che il primo vangelo è il frutto di un complesso lavoro a molte mani che si armonizzano a fatica evidenziando impostazioni teologiche ed ecclesiologiche addirittura contrapposte, una integralista e l’altra universalista. Il racconto più antico (di stampo integralista che vede Gesù venuto solo per le “pecore perdute della casa di Israele”) viene piano piano corretto da interventi che fanno prevalere una illimitata apertura ai pagani.
L’approccio di Scita è storico-critico-letterario quindi “ha il compito di cercare, rilevare e verificare fonti testuali, destinatari dei libri, intenzioni o scopi di autori e redattori; storicità di avvenimenti, aneddoti, cronache dei fatti, personaggi e località, provenienze e cause delle affermazioni di principio, coerenze filologiche, presenza di contraddizioni ecc”. Lo scopo non è quello di “definire verità teologiche, cristologiche ed ecclesiologiche”. Il commento di Scita, insomma, aiuta a comprendere come nasce e come è strutturato il vangelo secondo Matteo ma le conclusioni rispetto alle verità di fede esulano dalle intenzioni dell’autore.
Il testo è composto da tredici capitoli e contiene la traduzione del vangelo nella versione della Bibbia di Gerusalemme, gentilmente concessa a titolo gratuito dalla CEI.
Il volume viene venduto direttamente a chi ne fa richiesta telefonando all’autore (cell. 349 4660893) o scrivendo a
Angelo Scita, Vangelo secondo Matteo. Un originale “corretto”? (pagine 288 - €.25)
Buona lettura!