L’anno scorso in alcune classi di quarta liceo ho invitato un operatore di Caritas Children perché parlasse del progetto di “sostegno a distanza” che la onlus attua ormai dagli anni Ottanta del secolo scorso. Ma chi è venuto non si limitato a illustrare il progetto, ha coinvolto il gruppo in una breve e stimolante attività che ha mostrato plasticamente le enormi differenze di opportunità di bambine e bambini a seconda del luogo in cui nascono. In classe stavamo discutendo della questione “amore per il prossimo”:
è possibile amare chiunque? E soprattutto, ha senso? Quando facciamo qualcosa per gli altri, significa che “amiamo” questi altri?
Se l’amore non è necessariamente un fatto “affettivo” ma consiste nella mia scelta di donare qualcosa agli altri per contribuire alla loro felicità, la risposta a tutte le domande può essere “Sì!”. Le famiglie di Parma che sostengono bambini e bambine a distanza spesso sanno poco di loro: hanno la foto, la pagella, ricevono gli auguri per Natale…ma non sanno se sono buone e carine, simpatiche o antipatiche, se meritano davvero il nostro aiuto oppure no… Quello di queste famiglie è un gesto d’amore del tutto gratuito, caratterizzato dalla fiducia e normalmente privo di una dimensione emotiva o affettiva. Pura scelta e pura gioia di donare. Puro atto d’amore.
Ci sono però eccezioni che rendono il progetto di sostegno a distanza ancora più bello. Lo abbiamo visto sabato 8 ottobre durante una intensa e vivace manifestazione al Centro Pastorale Anna Truffelli. Era presente una coppia parmigiana che a seguito dell’”adozione” (si diceva così una volta) a distanza” di un ragazzino georgiano, ha intrecciato con lui rapporti stretti, lo ha fatto venire in Italia per studiare, gli ha dato l’opportunità di costruirsi poi un futuro nel suo Paese. Anche lui era presente ed è stata una testimonianza commovente. Nella stessa occasione sono stati realizzati collegamenti online con diverse famiglie e persone, tra cui un missionario saveriano che è in Thailandia al confine con la Birmania. Anche lui sta lavorando con l’infanzia e sta collaborando con Caritas Children per diventare la 42° Missione nel mondo con minori sostenuti dal progetto.
Molto interessante anche l’intervento di rappresentanti di alcune importanti aziende del territorio (Dallara, Coop Alleanza) anch’esse impegnate nel sostegno a distanza di bambine e bambini.
L’amore per il prossimo è qualcosa di estremamente concreto e non è un’utopia. Attraverso il “Sostegno a distanza” (una cifra donata mensilmente e destinata a una persona precisa, con un nome, un volto, una storia, chiunque ha l’opportunità di aiutare concretamente qualcuno a costruirsi un futuro dignitoso nonostante le sfavorevoli condizioni di partenza. Caritas Children collabora volentieri con le scuole quindi anche noi IdR possiamo metterci in contatto per invitare qualche operatore nelle nostre classi. Vi assicuro che ne vale la pena. http://www.caritaschildren.it/