Aisha e Zahira (nomi di fantasia) sono due ragazze musulmane che frequentano il liceo nel quale insegno. Si tratta di due mie “non alunne” nel senso che fanno parte del numeroso gruppo che, in una delle mie classi, non si avvale dell’IRC. In questa classe stiamo parlando di Islam e qualcuno ha proposto di invitare le due compagne nell’ora di religione perché ci raccontassero il loto modo di vivere la fede in Dio. Hanno accettato ed è stato un bell’incontro. Le ragazze frequentano un centro islamico

della provincia e sono molto preparate.

Hanno spiegato come si prega cinque volte al giorno, il digiuno del Ramadan, La Mecca come luogo sacro riservato esclusivamente al culto, interdetto per questo al turismo.

Hanno parlato a lungo anche del paradiso e dell’inferno e dell’”interrogatorio” che affronteremo dopo la morte in base al quale si deciderà il nostro destino di salvezza e dannazione. È importante non giudicare mai gli altri perché nel momento del giudizio, i peccati di chi abbiamo giudicato si riverseranno su di noi. Dio comunque è sempre disposto a perdonare di fronte a un pentimento sincero.

I maschietti vengono circoncisi come gli ebrei ma senza che ciò debba essere fatto in un giorno stabilito rigidamente. Alle classiche domande sul velo hanno risposto che indossarlo deve essere il risultato di una libera scelta. Nessun comportamento assunto per costrizione è gradito a Dio.

Loro in effetti il velo non lo portano e si vestono esattamente come le compagne. Ma specificano che nel momento della preghiera le donne devono coprirsi, si devono vedere solo il volto e le mani perché bisogna presentarsi in modo dignitoso davanti a Dio. Inoltre, durante i giorni del ciclo mestruale, non si rispetta il digiuno e nemmeno si prega. “Ma non potete andare in moschea?” è stato chiesto loro. “Non c’è bisogno, non preghiamo in quei giorni”.  E quando pregano in moschea le donne sono separate dagli uomini.

La circoncisione, il tabù del sangue, la separazione tra donne e uomini, il corpo femminile da coprire...Elementi comuni all’ebraismo e in parte, fino a un recente passato, anche al cristianesimo.

Dietro a questi elementi c’è l’idea di un primato maschile e tanta paura del corpo femminile. Ma il Dio di misericordia confessato da ebraismo, cristianesimo e islam, è questo che insegna?