“We care education - competenze socio affettive, cognitive, etiche”. Questo il titolo del corso di aggiornamento residenziale a Loppiano al quale la sottoscritta e Daria Jacopozzi hanno partecipato nel weekend 9-11 novembre. È stata veramente una bella esperienza, molto intensa e professionalmente arricchente. Si è cercato davvero di mettere in funzione “la testa, il cuore e le mani” secondo una indicazione di Francesco citata da Piero Coda Preside dell’Istituto Universitario Sophia, organizzatore dell’iniziativa. Dopo gli interventi di quest’ultimo e di Michele De Beni (direttore del corso) le relazioni iniziali hanno affrontato l’educazione secondo il principio di realtà (Bruzzone) di responsabilità (Mortari) di speranza (Gaudiano).
Ma la parte più coinvolgente è stata quella dei laboratori che hanno occupato la maggior parte del tempo e che si sono concentrati su tre aree:
- Promuovere le competenze emotive - percorsi dell’intelligenza personale-sociale
- Imparare a pensare - strategie dell’intelligenza socio-cognitiva
- Educare il carattere – vie dell’intelligenza etica.
Ho partecipato all’area n.3 con una precisa aspettativa: ricevere suggerimenti e stimoli affinchè il mio lavoro di insegnante aiuti concretamente studentesse e studenti a scegliere il bene. Mi pare che sia questo il compito fondamentale dell’educazione e io non voglio perderlo di vista. Naturalmente la scuola persegue questo scopo attraverso i saperi mentre altre agenzie educative utilizzano altre strategie. Ma lo scopo è unico.
Devo dire che le mie aspettative non sono andate deluse. I conduttori del laboratorio, Marco Ubbiati e Federica Valbusa (giovani ricercatori dell’Università di Verona) ci hanno fornito alcuni riferimenti teorici, ci hanno raccontato le loro esperienze sul campo e ci hanno indicato strade concrete per stimolare nelle nostre ragazze e nei nostri ragazzi il pensiero etico, cioè il pensiero orientato al bene.
I riferimenti teorici che Marco e Federica hanno brevemente illustrato partivano da Platone e Aristotele passando per Ricoeur fino ad arrivare a Luigina Mortari (la loro Maestra a Verona) e alla sua filosofia della cura.
Particolarmente interessante la riflessione sulle varie tipologie di pensiero etico connesse con specifiche attività educative:
- pensiero eidetico che si serve della conversazione socratica per riflettere sulle virtù
- pensiero narrativo che si serve di storie che si raccontano o si inventano, storie aperte, senza una morale predefinita, con personaggi che agiscono le virtù
- pensiero critico riflessivo che si serve dei dilemmi etici
- pensiero esperienziale che si serve del diario della propria esperienza di azioni etiche agite o viste
- pensiero creativo che si serve di giochi
- pensiero nella logica del servizio (service learning) che mira a mettersi al servizio di una comunità
A partire da questi diversi tipi di pensiero, divisi per ordini di scuola, abbiamo cercato di progettare dei percorsi di apprendimento per poi discuterli in assemblea. Nonostante la forte tentazione a “chiacchierare” della nostra vita da insegnanti andando continuamente fuori tema... siamo riusciti anche noi dei licei ad abbozzare un progetto e a presentarlo a gruppi riuniti.
Il corso si è concluso con due relazioni molto interessanti. La prof. Martina Ardizzi dell’Università di Parma ha parlato delle “Basi neurobiologiche dell’intersoggettività” mentre il prof. Rondinara dell’Istituto Universitario Sophia ha affrontato il tema: “Sfide della inter-transidisciplinarità nelle scienze dell’educazione”. Le due relazioni avrebbero meritato due convegni a parte ma ci hanno fatto venire “appetito”, una grande curiosità di approfondire.
Forse il vero filo conduttore del Corso è stata la gioia espressa da tutti coloro che erano impegnati nell’organizzazione e condivisa nei momenti della musica, del canto e del sorriso che ha visto protagonista Leopoldo Verona e Walter Kostner. A questo proposito consiglio vivamente di documentarsi sulle vignette di quest’ultimo che hanno come protagonisti GiBi e DoppiaW. Meritano.