Non sono mancate le scintille nel confronto tra Andreas Köhn, teologo e pastore Valdese e Riccardo Burigana direttore del Centro Studi per l’ecumenismo in Italia. L’iniziativa è stata organizzata nei giorni scorsi, all’interno della Festa della Storia, dal Centro culturale Giovanni Ferreri in collaborazione con il Circolo Il Borgo per approfondire il tema “Lutero 500 anni in cammino”.Il professor Köhn ha ricordato il cuore del pensiero teologico di Lutero che scaturisce dalla meditazione di un “mezzo versetto” della Lettera ai Romani: “Il giusto vivrà mediante la fede” (Romani 1,17). La giustizia divina non deve essere temuta perché non funziona come la giustizia umana che vuole pareggiare i conti tra colpa e punizione. Il conto delle nostre colpe lo ha già pagato Gesù quindi noi possiamo godere della Grazia divina mediante la fede.
Il prof. Burigana si è concentrato sulla necessità di una rilettura finalmente non ideologica del XVI secolo, una lettura che sia davvero ecumenica e libera dall’ossessione di stabilire chi aveva torto e chi ragione. Oggi è finalmente possibile camminare su questa strada perché abbiamo a disposizione molte fonti e anche perché è stata superata l’egemonia della storiografia marxista che riteneva che solo al di fuori delle chiese si potesse capire cos’è l’Evangelo. Burigana ha anche ricordato il grande valore storico ed ecumenico del recente incontro di Lund in cui la chiesa luterana ha accolto papa Francesco e insieme si è pregato e condiviso una dichiarazione comune. Francesco ha invitato a chiedersi perdono e a fare delle cose insieme: si è aperta una strada nuova.
Köhn non ha condiviso l’entusiasmo di Burigana per l’incontro di Lund. In fondo, ha detto, dopo quell’incontro non è cambiato molto. La chiesa cattolica continua a mantenere la propria impostazione su temi essenziali quali la questione etica, i sacramenti, la gerarchia. In Italia la Riforma non c’è stata, ha sottolineato con forza Köhn e questo Paese aspetta ancora tutto ciò che la Riforma ha significato in altri contesti. La chiesa cattolica, ha rimarcato Köhn, è il principale ostacolo al cammino ecumenico.
Di fronte a queste affermazioni non si è fatta attendere la reazione di Burigana il quale ha sostenuto che già negli anni Trenta c’era chi affermava (Cantimori) che la Riforma in Italia non c’era stata e quindi l’Italia era un Paese arretrato. Si tratta di una lettura inaccettabile anche perché in realtà in Italia “la Riforma c’è stata ma non ha vinto”. Inoltre bisogna considerare che non è esistita solo la Riforma luterana ma anche quella calvinista di cui conosciamo bene gli aspetti quanto mai problematici. Non si può cambiare la storia, ha aggiunto Burigana, ma si può e si deve cambiare il modo di raccontarla. Le semplificazioni del tipo: “Nel XVI secolo vi è stata una Riforma e una Controriforma” vanno superate perché hanno chiuso le persone e le idee dentro confini producendo muri e guerre. Una rilettura con occhi nuovi del XVI secolo aiuterà anche ad affrontare domande di allora che restano più che mai attuali (una per tutte: quale rapporto con le Sacre Scritture?) per esempio nel confronto con cristiani pentecostali o musulmani.
Con accenti diversi i due relatori hanno parlato di un ecumenismo che non deve essere solo dei “vertici” e dei documenti ma anche di iniziative locali, azioni e incontri concreti. Questo in parte sta avvenendo anche se i passi avanti nel cammino ecumenico generano anche resistenze feroci e paure. Eppure, ha concluso Burigana, dovrebbe essere chiaro che l’identità di ciascuno si costruisce e si rafforza solo nel confronto con l’altro. Questo è un impegno che le chiese devono assumere con grande convinzione, non solo per la riconciliazione tra loro ma anche per l’Europa e per la diffusione di una cultura dell’accoglienza senza la quale non c’è domani.
Nella foto da sinistra Eugenio Caggiati (Il Borgo), Riccardo Burigana, Andrea Magnano (Cientro Giovanni Ferreri), Andreas Köhn.