Il suo nome è Maria ma tutti la conosciamo come Grazia. Sto parlando della nostra collega Grazia Ollari che ha scritto un libro sul Burundi e sul suo legame con questo martoriato Paese. Ho voluto scrivere questo post prima ancora di aprirlo perché spero di invogliare anche altri ad acquistarlo e leggerlo. Si intitola “Burundi, la terra del dolore e del silenzio”, Infinito edizioni. E’ stato presentato qualche giorno fa presso la sala Buzzi della parrocchia del Corpus Domini di fronte a un numerosissimo pubblico. Sono intervenuti, oltre all’autrice, il sociologo Marco Deriu e l’economista burundese Jean Claude Midende. Ha condotto la serata la sociologa Chiara Marchetti.
“Questo libro è un’occasione” scrive Marco Deriu nell’introduzione “Non solo per il Burundi e i burundesi, ma anche per noi lettori italiani ed europei. Un’occasione per interrogarci sulla nostra storia passata e sul presente. Ancora una volta oggi il Burundi è sotto il terrore e la repressione di regime e vive sull’orlo di una guerra civile. La storia ci insegna che i più grandi crimini sono resi possibili dai grandi silenzi. Così molto di quel che succederà dipenderà dall’attenzione e dalla reazione della comunità internazionale. Un popolo intero vive e cammina a ridosso di un precipizio. Sta a noi cercare il modo di tendere una mano”. Forse anche noi possiamo fare la nostra parte.