Nei giorni scorsi, per iniziativa della Commissione Formazione IRC ci siamo incontrati per scambiarci le esperienze riguardanti la nuova disciplina di Educazione Civica. Generalmente dalle colleghe e dai colleghi presenti (scuole secondarie di 1 e 2 grado) sono venute testimonianze positive: l’IRC ha potuto quasi ovunque contribuire alla realizzazione del percorso di Educazione Civica. Qualcuno di noi è anche nelle Commissioni dei vari Istituti che devono definire in modo sempre più preciso e organizzato il curricolo.

 

Per quel che riguarda i temi affrontati si va dalla sostenibilità ambientale, ai diritti umani, dalla libertà, alla cultura della cura e oltre, spesso in collaborazione con altre discipline e con soggetti del territorio, come organizzazioni di volontariato o enti locali.

Qualcuno ha rimarcato che promuovere la cittadinanza attiva è un obbiettivo perfettamente coerente con la nostra disciplina e quindi per l’IRC l’Educazione Civica è un’occasione importante. Una voce, per la verità solitaria, ha espresso il timore che dietro questa novità vi sia l’intenzione non esplicitata di sostituire l’IRC con un insegnamento di “morale laica”. Questo dubbio è sorto in una situazione in cui l’Educazione Civica è stata assegnata a un unico insegnante dedicato, situazione più unica che rara visto che la legge ribadisce più volte la trasversalità della nuova disciplina e il coinvolgimento di tutto il Consiglio di Classe.

Un problema ricorrente è la frammentarietà dei percorsi che non hanno ancora trovato una loro organicità.

In alcune scuole l’insegnante di Religione ha svolto ore di Educazione Civica nei primi due mesi di scuola quando certi dirigenti impongono di tenere in classe anche chi non si avvale. A questo proposito è stato chiarito per l’ennesima volta che noi non siamo affatto tenuti a occuparci di ragazze e ragazzi che non sono nostri studenti. Con le ultime normative, tra l’altro, le scuole sapranno già in giugno che cosa sceglie chi non fa Religione, quindi non avranno più scuse per dire che non sono ancora organizzate.

Bisogna avere chiaro che le ore di Educazione Civica si devono programmare in modo organico e non possono essere svolte per tappare dei buchi.

In ogni caso in diverse scuole si è optato per l’obbligo dei non avvalentesi di partecipare alle ore di Educazione Civica svolte dall’Insegnante di Religione. Come ha spiegato Federico Ghillani della CISL, questa è una scelta corretta perché l’Educazione Civica è materia obbligatoria e tutti i docenti del Consiglio di classe possono svolgerla. Quindi, la scelta di non avvalersi dell’IRC non c’entra nulla. Tale impostazione è stata messa nero su bianco nelle FAQ che la CISL ha recentemente (e coraggiosamente) diffuso e che chiariscono una serie di dubbi riguardanti appunto il rapporto tra la nostra disciplina e Educazione Civica.

Ghillani si è raccomandato di leggere con attenzione le linee guida sull’Educazione Civica che sono molto importanti per interpretare correttamente la legge.

La FAQ della CISL però non hanno fugato tutti i dubbi perché qualcuno continua a ritenere che non si possa obbligare nessun non avvalentesi a seguire lezioni svolte dall’IdR. In un liceo cittadino, infatti, la soluzione è stata che il lavoro di Educazione Civica svolto nelle ore di Religione non viene conteggiato nelle 33 ore annuali (dato che non partecipa tutta la classe) ma l’insegnante di Religione può far pesare il voto attribuito per definire il voto di Educazione Civica.

Siamo in cammino. Credo che molte cose si chiariranno del tutto solo con l’esperienza. L’importante è che anche noi facciamo la nostra parte!