“A Salamabila assistiamo a un’inquietante evoluzione del fenomeno: la violenza è mera dimostrazione del potere delle armi. Ogni miliziano con una pistola sa di potere stuprare e restare impunito”. Questa è la conclusione di un articolo su Avvenire di oggi, mercoledì 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza degli uomini sulle donne. Non è nella pagina che celebra questa ricorrenza a cui peraltro Avvenire dedica grande spazio. È a pagina 14, nella sezione “Mondo”. A dimostrare che questo tipo
di violenza si può trovare in molte pagine di un giornale, a volte raccontata in modo esplicito, a volte sottintesa. E quando si racconta di guerre la violenza degli uomini contro le donne c’è sempre e c’è sempre stata. Lo stupro è da sempre utilizzato come arma di guerra. L’articolo di oggi parla della provincia di Manìem in Congo e della guerra tra milizie che si contendono il controllo di zone ricchissime di minerali preziosi. Agli uomini che la combattono non basta opporsi ai gruppi antagonisti e magari cercare di ucciderne i membri. No, devono prendersela anche con le donne: “Anche quando non ci sono attacchi, gli uomini armati entrano nei villaggi, rubano il poco che la gente ha e stuprano le donne”. Medici senza Frontiere afferma di curare in questa zona, ogni giorno, tre vittime di stupro ma sicuramente le vittime sono molte di più perché alla violenza degli stupratori si aggiunge lo stigma sociale e famigliare per cui la vittima si vergogna e preferisce tenere nascosto ciò che ha subito.
Le nostre studentesse sono molto sensibili alla questione della violenza agita dagli uomini contro le donne. Dobbiamo però aiutare anche i nostri studenti a capire che il problema sta prima di tutto in loro. Dobbiamo mettere a tema gli stereotipi del maschile così legati al potere, al dominio, alla forza muscolare, al desiderio di supremazia. Se non si liberano i maschi da questi pesanti stereotipi faremo pochi passi avanti, continueremo a fare i conti con le guerre e con i loro “effetti collaterali” tra cui la violenza sacrilega contro le donne.